mercoledì 29 ottobre 2014

Esercizio sul BEP

Tratto dal testo di un esame di maturità (vado a memoria, a.d. 2009, materia EGAR dell'alberghiero):

"Un’azienda alberghiera ha una capacità ricettiva annua (aggiungerei MASSIMA) di 24.000 pernottamenti,
sostiene costi fissi annuali pari a 600.000 €
e costi variabili (unitari aggiungerei, sempre io) per la mezza pensione di 36 €.
Il prezzo unitario (di vendita) della mezza pensione è di 80 €.

Il candidato sviluppi i seguenti punti:
1. presenti l'analisi del break even point, sia da un punto di vista matematico che grafico, evidenziando le aree di utile e di perdita;
2. ipotizzando un incremento del 15% dei costi fissi, determini il nuovo punto di equilibrio (ricalcolando il break even point);
3. descriva la situazione che si verrebbe a verificare in caso di riduzione del prezzo di mezza pensione a 65 €;
4. presenti il risultato economico corrispondente ad una ricettività pari al 70% della capacità ricettiva e con riferimento ai dati iniziali."

Punto n. 1
La condizione d'equilibrio nel BEP corrisponde al pareggio economico dove i RICAVI TOTALI sono = ai COSTI TOTALI; a sua volta i COSTI TOTALI sono = ai COSTI FISSI (non variano al variare della produzione nell'ambito di volumi produttivi inferiori a quelli massimi ottenibili data la struttura "fissa" dell'azienda) + i COSTI VARIABILI (questi, invece, variano al variare della produzione).
In formula RT=p*Q=CT=CF+CV=CF+cvu*Q dove p=prezzo unitario di vendita e cvu=costo variabile unitario;
quindi, in definitiva, abbiamo che p*Q=CF+cvu*Q
ovvero p*Q-cvu*Q=CF
che poi sarebbe anche (p-cvu)*Q=CF
infine Q=CF/(p-cvu)
con i dati dell'esercizio Q=€ 600.000/(€80-€36)=€ 600.000/€44= 13.636,36 (numero di pernotti necessari per arrivare alla condizione di pareggio economico RT=CT).

Punto n. 2
I costi fissi passano da € 600.000 a € 600.000*1,15=€ 690.000 (il 15% di € 600.000 è = a € 90.000),
quindi,
il nuovo BEP sarà Q=CF/(p-cvu) = € 690.000/€ 44= 15.681,81 (nuovo numero di pernotti necessari per arrivare alla condizione di pareggio economico RT=CT).

Punto n. 3
Cambia il denominatore del rapporto Q=CF/(p-cvu) perchè viene ridotto il prezzo unitario di vendita;
così si passa a
caso a) Q=CF/(p-cvu) = € 600.000/€ 29=  20.689,65
caso b) Q=CF/(p-cvu) = € 690.000/€ 29=  23.793,10 (siamo poco sotto la capacità ricettiva massima)

Punto n. 4
Il 70 % della capacità ricettiva massima è = 24.000*0,7= 16.800
UT=RT-CT= €80*16.800-€ 600.000-€36*16.800=€1.344.000-€1.204.800=€139.200 (UT).
Il prof.

BEP o Break Even Point ANALYSIS, in italiano, Analisi Costi-Volumi-Risultati

Su suggerimento di H. eccovi i LINK al materiale didattico online della PARAMOND che abbiamo letto in classe:
QUI scaricate il PDF dell'esercitazione sul BEP,
mentre,
QUI potete guardare cosa c'è l'elenco degli argomenti trattati (ci farà comodo nel proseguo del corso).
Mille grazie a H. per il suggerimento che mi permette di rispettare la licenza CC (come mai non c'ho pensato io... ah, sì... sono già vecchio... senilità).
Il prof.

giovedì 23 ottobre 2014

Prime due pagg. di appunti del prof. per la 3 serale

In tema di registri obbligatori:
pag. 1 in formato PDF;
pag. 2 in formato  PDF.
Il prof.
PS: mi scuso ma la mia scrittura è proprio brutta, il disordine è il mio mestiere e le righe sono un optional.

martedì 21 ottobre 2014

Soluzione #2 - 5 serale

In arrivo il testo, qui sotto, e la nuova soluzione XLS dell'esercitazione/compito svolto martedì 21-ott-14.
Il prof.
--TXT--
QUIZZONE:  
«RIUSCIRAI A SCOPRIRE L’ERRORE DEL PROF.?»
Se ci sei riuscito, utilizza il dato corretto!

Il candidato presenti la sola colonna degli importi valida per l’anno 2013 dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico riclassificato A VALORE AGGIUNTO di Alfa S.p.A., impresa industriale, considerando che dalla rielaborazione del bilancio vengono rilevati i seguenti dati:
- il capitale sociale è il quadruplo del minimo stabilito per legge
- la riserva legale è arrivata a € 105.000
- il capitale proprio è uguale a € 2.000.000
- il ROE 4%
- il tasso d’incidenza della gestione non caratteristica: 60%
- il ROI 5%
- il tasso di rigidità degli impieghi 65%
- il ROS 7%
- il capitale circolante netto € 500.000
- l’indice secco di liquidità (quick ratio) 1,3
- la somma degli ammortamenti, accantonamenti, svalutazioni € 190.000 
- il costo del personale € 260.000 

Dati mancanti opportunamente scelti.



domenica 19 ottobre 2014

Finalmente la terza! Esercitazione sul calcolo e sulla registrazione dell'AVVIAMENTO - 3 serale

Con un "leggero" ritardo (avevo detto sabato e invece è domenica sera inoltrata)...
... QUI puoi scaricare il PDF col testo e con lo svolgimento dell'esercitazione sul calcolo e sulla registrazione dell'avviamento in presenza di un apporto del terzo tipo: acquisto di una realtà aziendale già operante.
Il prof.

mercoledì 15 ottobre 2014

lunedì 13 ottobre 2014

Come ti riclassifico il CE del Cod. civile - 5 serale

Ci sono due diversi prospetti che derivano dalla riclassificazione del CE del Cod. civile:
a) conto economico riclassificato A VALORE AGGIUNTO;
b) conto economico riclassificato A RICAVI E COSTO DEL VENDUTO.

1. in quello A VALORE AGGIUNTO i costi sono classificati PER NATURA (come nel Cod. civile), distinguendo i costi, infatti, per singolo fattore produttivo generativo del costo stesso, ad es. la voce "costi del personale" contiene il totale di tutti i costi dell'intero personale in forza all'azienda (indipendentemente da quali siano le diverse mansioni svolte, si mettono insieme i salari degli operai con gli stipendi degli impiegati, con i premi di risultato raggiunti da chi si occupa della promozione dei prodotti);

2. in quello A RICAVI E COSTO DEL VENDUTO i costi sono classificati PER DESTINAZIONE ossia per singola FUNZIONE AZIENDALE svolta all'interno dell'impresa (e qui i "soliti" "costi del personale" vengono suddivisi in 3 parti: quelli che si riferiscono alla linea produttiva, quelli che si riferiscono alla funzione distributiva/commerciale, quelli che si riferiscono all'area amministrativa: per intendersi l'intero costo del personale viene distinto nelle 3 porzioni che spettano agli operai, agli agenti di vendita e agli impiegati).

SCARICA QUI IL PDF con i 2 prospetti riclassificati, la destinazione del valore aggiunto e la formula per il calcolo del "costo del venduto".
Il Prof.

CE riclassificato di una società non quotata e non industriale - 5 serale

SCARICA QUI IL PDF.

Commenti?
Come va la gestione caratteristica?
E quella finanziaria?
E quella straordinaria?
Da quale di queste tre gestioni dipende, in definitiva, l'utile d'esercizio mostrato alla fine del CE?
Secondo voi, la situazione è ottimale o dovrebbe essere migliorata in futuro?
Il prof.

Non c'è solo l'«IVA»: il VALORE AGGIUNTO nella riclassificazione del CE da Cod. civile - 5 serale

Comunicazione di servizio: da qui in avanti niente immagini, fogli di calcolo e altro; da qui in avanti solo PDF (perché sono più facili da stampare).

Continuo ad andare per punti:
1. Il primo dei risultati intermedi evidenziabili nel CE riclassificato è proprio il VALORE AGGIUNTO (proprio quello che viene tassato mediante l'IVA).
2. Il VALORE AGGIUNTO viene suddiviso (in parti non uguali) tra alcuni STAKEHOLDERS (chi sono? Coloro che sono interessati a leggere il bilancio per conoscere l'andamanto "passato" dell'azienda)
3. A chi va il valore aggiunto? Quali sono le sue possibili destinazioni?
4. Sottoforma di...?
5. Per far cosa?

Lo saprete solo se...
...SCARICA QUI L'APPOSITO PDF.
Il prof.

Le diverse gestioni (in teoria) - 5 serale

Ho deciso che vado per punti sintetici, vediamo un po' se questa novità vi piace e soprattutto se vi serve per memorizzare al meglio il contenuto del post.
1. lo schema fisso e prestabilito dal Codice civile per il CE ha una forma "SCALARE",
2. "SCALARE" vuol dire che gli importi delle singole voci vengono ordinati dall'alto verso il basso del foglio,
3. ciò permette di raggruppare alcune voci e quindi ciò consente anche di calcolare ed evidenziare dei RISULTATI INTERMEDI prima di arrivare alla fine del CE (alla fine c'è scritto l'utile d'esercizio, come differenza tra la somma dei "soli" ricavi di competenza dell'esercizio - la somma dei "soli" costi di competenza dell'esercizio = PRINCIPIO DI COMPETENZA ECONOMICA),
4. purtroppo I RISULTATI INTERMEDI CALCOLATI NEL PROSPETTO DEL CE DEL CODICE CIVILE "IN TEORIA" NON SONO CORRETTI IN QUANTO I RAGGRUPPAMENTI FATTI IN QUEL PROSPETTO COMPRENDONO VOCI CHE POTREMMO DEFINIRE "MISCHIATE",
5. è per questo che il prospetto fisso del CE del Codice civile deve essere rielaborato ordinando in maniera teoricamente corretta le singole voci, allo scopo di ottenere dei risultati intermedi che effettivamente abbiano un significato "logico",
6. prima di riclassificare bisogna conoscere quali sono le diverse AREE GESTIONALI = LE DIVERSE GESTIONI in base alle quali possono essere raggruppate e suddivise le differenti voci del CE,
a) GESTIONE CARATTERISTICA o TIPICA = raggruppa tutti i costi e i ricavi collegati allo svolgimento della "sola" attività PER CUI E' NATA L'IMPRESA,
b) GESTIONE EXTRACARATTERISTICA o ATIPICA o ACCESSORIA o PATRIMONIALE = raggruppa tutti i costi e i ricavi collegati allo svolgimento di una o più attività MARGINALI o SECONDARIE rispetto a quella per cui l'azienda è sorta. Generalmente si tratta della gestione di un bene immobile che nulla ha a che fare con la gestione caratteristica. Ricordate l'esempio fatto a lezione?
c) GESTIONE FINANZIARIA = comprende "solo" i costi (o oneri o interessi passivi) che derivano dall'aver presto in prestito del denaro da soggetti esterni all'impresa (quasi sempre si tratta di banche) e i ricavi (o proventi o interessi attivi) che derivano dall'aver acquistato titoli finanziari (ricordate la differenza tra INVESTIMENTI "REALI" e INVESTIMENTI "FINANZIARI"?) per far fruttare monetariamente le temporanee eccedenze di liquidità che si sono venute a creare (indice secco di liquidità o quick ratio > 0, positivo). Ricordate la differenza tra crediti e debiti di funzionamento e anche tra crediti e debiti di finanziamento? Ecco qui stiamo parlando dei crediti e debiti di finanziamento,
d) GESTIONE STRAORDINARIA = include tutti i costi e tutti i ricavi che si riferiscono a eventi eccezionali  o imprevedibili (es. danni da catastrofi naturali, furti e rapine) oppure rientrano nelle ristrutturazioni e riconversioni dell'attività aziendale (es. cessioni d'interi rami d'azienda) oppure riguardano la vendita dei beni immobili della gestione extracaratteristica oppure sono relativi a fatti di competenza d'esercizi precedenti (ad es. errori di registrazione, di calcolo, di applicazione dei principi contabili).
La differenza tra componente della gestione "ordinaria" e componente della gestione "straordinaria" non è poi così semplice. Quasi sempre si basa su valutazioni di carattere soggettivo (= che possono cambiare da soggetto a soggetto in base al ragionamento "personale" svolto). L'attuale tendenza è quella di ridurre al minimo l'ampiezza della gestione straordinaria definendola banalmente come quell'area gestionale in cui far rientrare tutto ciò che non si può riferire precisamente alle altre gestioni: caratteristica, extracaratteristica e finanziaria. Per il mondo anglosassone, molto più pratico di noi italiani, la gestione straordinaria (sia in pratica che in teoria) non esiste. Infatti, se avete notato vale che: reddito operativo = risultato operativo = risultato della gestione caratteristica = margine operativo netto (MON) = in inglese EBIT (earnings before interest and taxes).
E l'area "straordinaria", dove sta?
E' semplice: per gli anglosassoni non c'è!
Il prof.

giovedì 9 ottobre 2014

TXT dell'es. svolto martedì 7-ott-14 #1 - 5 serale

Sotto l'immago del TXT dell'esercizio svolto martedì 7-ott-14.
Per chi non ha ricevuto la fotocopia, la trova always sul blog.


Ho aggiunto qualche suggerimento... (inutile? Tanto l'inizio dell'es. l'avevano già svolto assieme).
Il prof.

martedì 7 ottobre 2014

lunedì 6 ottobre 2014

Conto economico (nello schema fisso del Codice civile) - 5 serale

La struttura del CE, fissa e prestabilita dal Codice civile, assume una forma "A SCALARE" ovvero (sebbene sia un vero e proprio "conto" della contabilità generale) si sviluppa IN VERTICALE per evidenziare, oltre al risultato finale (l'utile o la perdita d'esercizio), anche altri risultati INTERMEDI.

A dispetto dello SP, nel CE mancano le CLASSI individuate con i numeri ROMANI.
Ci sono invece sia le MACROCLASSI che le VOCI che, eventualmente, le SOTTOVOCI (lettere maiuscole, numeri arabi, lettere minuscole).

I componenti positivi e negativi di competenza dell' esercizio con cui verrà calcolato il reddito (d'esercizio) sono distinti in base alla loro NATURA ovvero alla relazione che hanno con i fattori produttivi utilizzati nel corso dell'esercizio, per i costi, e con i ricavi di competenza.

A prima vista la struttura del CE potrebbe far pensare ad uno schema "A VALORE E COSTI DELLA PRODUZIONE" (il riferimento concettuale va alla gestione caratteristica = insieme delle operazioni che si possono collegare all'attività per cui è stata creata l'impresa) ma anche qui, come per lo SP, le indicazioni teoriche date dagli studiosi dell'economia aziendale durante il periodo di recepimento delle IV direttiva CEE sui conti annuali e consolidati sono state adottate solo in parte e in maniera "spuria" (= con qualche vistosa imprecisione).

Alcuni esempi:
- la mitica voce A 5) "altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio" rientrerebbe nel "valore della produzione" (il che farebbe pensare alla gestione caratteristica) ma in realtà, dovendo contenere i contributi, le plusvalenze ordinarie e le componenti positive della gestione extracaratteristica (o accessoria o patrimoniale o atipica), rende potenzialmente la macroclasse A "Valore della produzione" un qualcosa di diverso dalla quantificazione di quel che l'impresa "produce" con la sola attività "tipica" dell'impresa;
- nella macroclasse C "proventi e oneri finanziari" (il che farebbe pensare alla gestione finanziaria = interessi attivi, o proventi, che maturano quando avendo delle eccedenze di cassa l'impresa "presta" ad altri del denaro contante meno gli interessi passivi, o oneri, che maturano nell' esercizio quando l 'impresa "prende in prestito" da altri del denaro contante) alla voce 15 devono essere inseriti i "proventi da partecipazioni" (= i dividendi annuali pagati dalle S.p.A. di cui si possiedono alcune azioni) che non riguardano in alcun modo la sfera dei "prestiti di denaro" (fatti o ricevuti) e che, inoltre, per le società cosiddette HOLDING (= che si occupano esclusivamente di gestire i vari pacchetti azionari posseduti senza svolgere alcuna attività di tipo produttivo "diretto") rientrerebbero tra le componenti positive della loro gestione caratteristica e non in quella finanziaria.

Una particolare attenzione va riservata all'inserimento delle rimanenze nel CE.
Innanzittutto, per le imprese industriali, vanno distinte in due grandi gruppi:
- le rimanenze che si riferiscono a "oggetti vendibili autonomamente" (prodotti finiti o semilavorati) oppure sono degli "oggetti" che alla fine dell'esercizio si trovano a essere ancora all'interno del processo produttivo (= "prodotti in corso di lavorazione");
- le rimanenze che si riferiscono ai "fattori produttivi" (materie prime, di consumo e sussidiarie).

Per le imprese commerciali si parla genericamente solo di "merci" (tant'è che le imprese commerciali vengono anche chiamate imprese "mercantili"). Le merci devono essere inserite nella macroclasse B, tra i "costi di produzione".


Invece, per le imprese industriali, le rimanenze dei prodotti finiti e simili vanno inserite nella macroclasse A tra il "valore della produzione" (nella voce 2)) mentre le rimanenze delle materi prime devono essere inserite nella macroclasse B, tra i "costi di produzione" (nella voce 11)).

In più, non dev'essere indicato nel CE il valore totale delle rimanenze ma solo LA SUA VARIAZIONE TRA L'INIZIO E LA FINE DELL'ESERCIZIO.

Quindi, occorre ricordare che CONTABILMENTE LE ESISTENZE INIZIALI SONO INSERITE TRA I COSTI D'ESERCIZIO (in "dare" del CE contabile) E LE RIMANENZE FINALI SONO INSERITE TRA I RICAVI D'ESERCIZIO (in "avere" del CE contabile) per cui nel CE del bilancio d'esercizio abbiamo che:
- per i prodotti finiti, se le rimanenze finali > esistenze iniziali allora i ricavi sono > dei costi per cui la variazione da indicare in A 2) è positiva perché va ad aumentare il valore della produzione; mentre vale il viceversa se le rimanenze finali < esistenze iniziali (aumentano i costi e quindi il valore della produzione deve diminuire, perciò il valore da indicare in A 2 deve essere negativo);
- per le materie prime, se le rimanenze finali > esistenze iniziali allora le rettifiche dei costi (= ricavi) sono > dei costi (come sopra) per cui la variazione da indicare in B 11) è negativa perché va a diminuire i costi della produzione; mentre vale il viceversa se le le rimanenze finali < esistenze iniziali (aumentano i costi e quindi il valore dei costi della produzione deve aumentare, perciò il valore della variazione da indicare in B 11 deve essere positivo).

Per le merci delle imprese commerciali vale il ragionamento fatto per le materie prime delle imprese industriali in quanto le merci devono essere riserite in B 11 nei "costi della produzione".

Il ragionamento è leggermente contorto perché, ripeto, non si lavora sui totali delle rimanenze finali e delle esistenze iniziali ma "solo" sulla loro variazione nel corso dell'esercizio (= differenza tra valore all'inizio e valore alla fine del periodo).

Di seguito l'immago dello schema di CE tratta dal Codice civile.
Stavolta niente PDF.
Il prof.



Stato patrimoniale (nello schema fisso del Codice civile) - 5 serale

Per chi non avesse ricevuto la fotocopia a lezione, pubblico l'immagine dello SP nello schema fisso (A SEZIONI DIVISE E CONTRAPPOSTE) e prestabilito dettato dal Codice civile.

Ricordo alcuni aspetti piuttosto importanti.

Riguardo alla struttura:
le lettere MAIUSCOLE identificano le MACROCLASSI,
i numeri ROMANI raggruppano in CLASSI,
i numeri ARABI contraddistinguono le VOCI,
le lettere MINUSCOLE dividono le "voci" in SOTTOVOCI.

L'ATTIVO è distinto secondo un criterio di DESTINAZIONE ECONOMICA dei beni all'interno dell'impresa e NON in base alla LIQUIDABILITA' dell'elemento (la qual cosa sarebbe stata indicata come ideale dagli studiosi dell'economia aziendale durante il periodo di recepimento, nel diritto italiano, della IV direttiva CEE del 1978).

Il PASSIVO è distinto secondo un criterio di PROVENIENZA DELLE FONTI DI FINANZIAMENTO e NON in base all'ESIGIBILITA' dell'elemento (come sopra: la qual cosa sarebbe stata indicata come ideale dagli studiosi dell'economia aziendale durante il periodo di recepimento, nel diritto italiano, della IV direttiva CEE del 1978).

Ecco perché, ad es., nelle immobilizzazioni, per certe voci, devono essere separatamente indicati gli importi "che scadono" ENTRO L'ESERCIZIO SUCCESSIVO (sono indicati nell'attivo immobilizzato ma, in palese controsenso, "scadono" nel breve periodo = meno di un anno).

O anche: nell'attivo circolante , per certe voci, devono essere separatamente indicati gli importi "che scadono" OLTRE L'ESERCIZIO SUCCESSIVO (sono indicati nell'attivo circolante ma, in palese controsenso, "scadono" nel medio/lungo periodo = più di un anno).

Lo stesso discorso vale per la MACROCLASSE "D": DEBITI del passivo. Vale la separata indicazione degli importi esigibili OLTRE L'ESERCIZIO SUCCESSIVO.

Clamoroso, invece, l'errore teorico fatto nelle macroclassi finali "RATEI E RISCONTI", sia per l'attivo che per il passivo, in cui vengono "messi assieme" poste che, dal punto di vista concettuale, non potrebbero essere più diverse: i ratei infatti sono quote di crediti o di debiti (= valori finanziari o numerari presunti) mentre i risconti sono quote di costi o ricavi di competenza futura (= valori economici).

In più (altra svista fatta durante il recepimento della IV direttiva CEE sui conti annuali e consolidati) il DISAGGIO su prestiti, da sempre per la tradizione ragioneristica italiana, è assimilato alle immobilizzazioni immateriali (tant'è che va "ammortizzato").

Di seguito l'immagine, il PDF tratto da Wikipedia si trova qui.
Il prof.


Bilancio di una S.p.A. quotata #1 - 5 serale

NB: post pubblicato nuovamente uguale, uguale, perché quello del 2 ottobre aveva in fondo uno spazio bianco eccessivo che non mi piaceva affatto.
 
Finalmente ho ripreso a scrivere qlc che forse potrebbe interessare.
Chissà?
Qui potete scaricare il file XLS con i dati del bilancio di una S.p.A. non industriale quotata.
Ho fatto anche il calcolo dei MARGINI e quello degli INDICI finora studiati.
In più ho provato a scomporre il ROE e il ROI per vedere se veramente le diverse formule dessero lo stesso risultato...
...e (stupore)...  i conti tornano... miracolo...
Ah, ricordo che essendo una S.p.A. quotata si applica la normativa che prevede l'utilizzo dei ???... (io ho fatto la domanda, ora a voi tocca rispondere).
NB: (un piccolo aiutino...) gli schemi dello SP e del CE non sono vincolati (= fissi e prestabiliti) ma liberi; al posto dell'attivo immobilizzato c'è l'attivo..., al posto dei debiti ci sono le passività... (come?). Per nostra fortuna, quindi, entrambi i prospetti sono già... (inizia per ri-...).
Il prof.